Camminare scalzi è probabilmente la forma più antica di locomozione umana. Il piede umano, pertanto, si è evoluto per adattarsi a vari tipi di terreno, sviluppando una struttura complessa di ossa, muscoli, tendini e nervi che gli conferiscono flessibilità, sensibilità e resistenza.
Introduzione
Nei tempi antichi l’uomo ha camminato scalzo e, di conseguenza, il piede umano si è adattato a muoversi sul terreno naturale senza protezioni artificiali. Il barefoot può avere benefici per la salute, la postura, il benessere psicologico e l'ambiente.
Camminare scalzi è probabilmente la forma più antica di locomozione umana. Il piede umano, pertanto, si è evoluto per adattarsi a vari tipi di terreno, sviluppando una struttura complessa di ossa, muscoli, tendini e nervi che gli conferiscono flessibilità, sensibilità e resistenza.
Nel corso della storia, lo stare scalzi è stata una condizione di diverse culture e popolazioni, sia per necessità che per scelta. Alcuni esempi sono i popoli indigeni dell'Australia, dell'Africa, dell'America e dell'Asia, che hanno mantenuto la tradizione di camminare a piedi nudi anche dopo il contatto con le civiltà occidentali. Altri esempi sono i monaci buddhisti e i pellegrini di varie religioni, che considerano il barefoot un segno di umiltà, devozione e rispetto per la natura.
Gli Antichi Romani
Alcuni filosofi romani, come i cinici, prediligevano uno stile di vita semplice e naturale, e si presentavano in pubblico a piedi nudi o con sandali molto leggeri. Anche alcuni imperatori, come Giuliano l'Apostata, seguivano questo esempio, per mostrare la loro vicinanza al popolo e alla filosofia greca
Dal Medioevo ai francescani
In età medievale, la situazione era molto diversa. Le calzature erano un bene di lusso, riservato ai nobili e ai ricchi. I contadini e i poveri, invece, erano costretti a camminare e correre a piedi nudi, o al massimo con delle fasce di stoffa o di cuoio avvolte intorno ai piedi. Questo comportava una maggiore esposizione a ferite, infezioni, geloni e parassiti. Inoltre, il piede nudo era considerato un segno di umiltà e di penitenza, e veniva usato dai pellegrini, dai mendicanti e dai flagellanti. Alcuni ordini religiosi, come i francescani, adottavano il piede nudo come una forma di povertà volontaria e di imitazione di Cristo. Stare scalzi, quindi, non era una scelta, ma una necessità o una rinuncia. Nonostante queste difficoltà, alcuni individui riuscivano a sviluppare una notevole abilità nel correre a piedi nudi, sfruttando le capacità adattive del piede umano.
Al di là dell’Oceano Atlantico
Contestualmente alla scoperta dell’America, gli europei si fecero contaminare dai popoli indigeni in alcuni piccoli o grandi aspetti della vita quotidiana. Uno di questi, fu l’utilizzo dei sandali di cuoio o la “scoperta” dei piedi nudi. Il caso più famoso è quello dei coureurs de bois. Essi erano dei commercianti di pellicce franco-canadesi che viaggiavano in Nuova Francia e nell’interno del Nord America, solitamente per commerciare con i popoli delle Prime Nazioni, scambiando vari oggetti europei con le pellicce. Alcuni di loro impararono le tradizioni e le pratiche degli indigeni e si assimilarono rapidamente ai loro nuovi ambienti. I coureurs de bois entrarono in contatto con diverse popolazioni indigene che correvano a piedi nudi o con sandali di cuoio, come gli Huron, gli Algonchini, i Nipissing, i Cree, gli Ojibwa e i Sioux. Questi popoli erano abili corridori e cacciatori, e usavano i sandali di cuoio per proteggere i piedi dalle rocce e dalle spine.
Il barefoot e lo sport
Anche nel mondo dello sport, lo stare a piedi scalzi ha avuto dei momenti di gloria. Uno dei più famosi è stato quello di Abebe Bikila, il maratoneta etiope che vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Roma del 1960 correndo a piedi nudi. Ricordiamo anche Bruce Tulloh, che correva spesso a piedi nudi, e Zola Budd, che dominò le gare di mezzofondo negli anni '80, anch’essa amante del barefoot.